Nativo della provincia di Verona, Enrico Beghini si è unito ai colori bianco-arancioni della Libertas Basket School Udine. Il nuovo allenatore seguirà le formazioni Under 13, Under 14 e Under 15 (arancione), assieme a Margherita Arba, e darà sostegno a tutte le iniziative di promozione cestistica che vedono come protagoniste le ragazze del settore giovanile.
Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo posto 5 domande sull’inizio di questa nuova avventura con le foxes di Udine e sul suo essere allenatore, un modo questo per presentarsi pubblicamente a tutto il mondo LBS!
1) Come ti sei approcciato al basket e come è proseguita poi la tua passione?
A pallacanestro ci ho iniziato a giocare già da molto piccolo nelle file della Pallacanestro Cerea, paese in provincia di Verona. Poi crescendo ho approfondito questa passione fino a scegliere come percorso di studi l’ISEF, l’Istituto Superiore di Educazione Fisica, quello che oggi è il corso universitario di Scienze Motorie. Ho giocato indicativamente fino ai 28-29 anni, rimanendo nel contesto veronese. Nel contempo ho iniziato a fare il professore di Educazione Fisica, un ruolo che non ho ricoperto a lungo, perché, appena smesso di giocare, ho iniziato a fare l’allenatore a tempo pieno. Con questa stagione sono 25 anni che svolgo questa professione, gli ultimi 13 li ho passati con Villafranca.
2) Qual è la tua fascia d’età preferita da allenare?
Il mio campo preferito è decisamente il settore giovanile. Ho da sempre trattato la fascia che va dalle medie alla prima superiore, perché ritengo che questo sia il periodo più importante per la formazione di una giocatrice o di un giocatore. Purtroppo, generalmente si tende ad affidare queste ragazze o ragazzi ad allenatori ed istruttori che hanno meno esperienza, non dando l’attenzione sufficiente al far crescere dei talenti. Personalmente, credo fortemente che a queste età sia necessario che le cestiste ricevano la miglior formazione possibile sia nell’ambito fisico, sia e soprattutto da un punto di vista tecnico, perché è da lì che poi andrà a fondarsi il bagaglio di una giocatrice matura.
3) Come ti definiresti come allenatore?
Io dico sempre che la pallacanestro sia da fare “seriamente con il sorriso”. Un allenatore deve egli stesso applicare il giusto mix tra la serietà di saper tenere un gruppo – dal punto di vista emotivo, ma anche qualitativo – , ma anche sapersi relazionare con le giocatrici, perché è fondamentale avere sia feedback dal campo, che un rapporto a tu per tu.
4) Come hai percepito l’ambiente sportivo della LBS Udine?
Normalmente, si parla spesso di progetti e molte volte di questa parola se ne abusa. Ciò che sto vedendo a Udine è che invece qui ci sono degli obiettivi precisi, una cosa difficile da trovare nelle società. Ho tastato con mano che si sta lavorando su obiettivi importanti: intraprendere un cammino oggi, col fine di avere anche un risultato di più lungo respiro. Ciò che mi è piaciuto da subito, oltre alla semplice sintonia, è anche la voglia della Società di fare bene su entrambi i binari della Prima Squadra e del settore giovanile. Questo lo si vede anche dalla formazione di A2 che è molto giovane.
5) Fai un augurio a tutte le tue prossime giocatrici!
Auguro a tutte le giocatrici di arrivare sempre col sorriso e di uscire sempre col sorriso… ma stanchissime per aver fatto un ottimo allenamento! Credo che loro in principio debbano divertirsi, poi se questo permette loro di apprendere meglio e di essere più pronte nel tuffarsi su ogni pallone, ben venga! Questo ritengo sia un ottimo modo di fare pallacanestro. Il rigore e la fatica, che vanno di pari passo con il sacrificio, ti fanno infatti anche crescere come persona.
Ufficio Stampa LBS Udine